Non è per caso che infinità e imparzialità dell’amore siano attribuiti dai teologi solo alla divinità. Non si può infatti, da umani, profondere amore verso qualcuno senza sottrarne o negarne – inevitabilmente – ad altri.
Archive for marzo 2014
AMOR (IN)FINITUS
Posted in Laicità, pensieri, tagged aforismi, amore, infinito, natura umana on 30 marzo 2014| Leave a Comment »
COSMOGONIA
Posted in attualità dell' antico, versiculi, www.larecherche.it, tagged giornata della poesia, poesia on 21 marzo 2014| Leave a Comment »
Pochi momenti come questo
belli: tu fatta materia di sogno
nuoti supina sospirando appena
nel cerchio d’acqua dell’oceano mentre
carene d’aurora incagliano tra i fori
delle serrande e una polla dolce
di cristalli crepita nel cavo della radio
sveglia. Dissepolti a poco
a poco dal grato caos
notturno alla pietà della luce
lari e simulacri benigni tornano
a insegnare gli argini noti e il senso
ignoto della nostra strada.
DUE AFORISMI
Posted in de miseranda re publica, pensieri, tagged aforismi, amicizia, Italia on 16 marzo 2014| Leave a Comment »
Un nemico leale giova più di mille falsi amici.
In Italia tutto è così vecchio e arretrato che anche le proposte e le iniziative già fallite o obsolete altrove suonano da noi come squillanti e geniali novità.
RAPSODOI
Posted in versiculi, www.larecherche.it, tagged mondo antico, poesia, rapsodi on 9 marzo 2014| Leave a Comment »
Occhi ciechi aperti sulla terra e pazienti
mani al telaio della cetra, tramano per noi
tutti da ogni punto del cielo senza posa un pio
sudario di parole e di nuvole perché la cenere
dell’ultimo rogo guizzando mai si spenga
nelle gole mute e sorde del tempo siderale.
SIRENE E MEDUSE
Posted in ars docendi et educandi, pensieri, tagged aforismi, educazione, scuola on 2 marzo 2014| Leave a Comment »
Se esponiamo troppo le orecchie dei giovani alle sirene della virtù, rischiamo di creare dei benpensanti ipocriti.
Se offriamo troppo al loro sguardo la medusa dei vizi, rischiamo di farne dei disincantati, pietrificati cinici.
La soluzione migliore starebbe al solito nel mezzo: come a dire che l’età mediana (tra i trentacinque e i cinquanta) sarebbe forse la più adatta per educare gli adolescenti.
Chi si avvicina alla vecchiaia subisce infatti, generalmente, molto più il fascino della medusa che non quello (giovanile) delle sirene.
Ne consegue che un educatore ormai vecchio, già solo per questo insuperabile conflitto tra ciò che sente e ciò che dovrebbe predicare, rischia di fallire nel suo compito principale: quello di trasfondere nei giovani la fiducia e la speranza. Fantasmi, forse, ma necessari a chi si appresti a migliorare il mondo.