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Archive for marzo 2024

« La scuola italiana è il regno della menzogna e finché resterà tale non potrà che peggiorare. Sulla carta tutto è previsto, tutto funziona, e alla fine tutti sono promossi. Ma la realtà [] è ben diversa. A cominciare ad esempio da quella che si cela dietro il mito dell’inclusione. In ossequio al quale nelle aule italiane — caso unico al mondo — convivono regolarmente, accanto ad allievi cosiddetti normali, ragazzi disabili anche gravi con il loro insegnante personale di sostegno (perlopiù a digiuno di ogni nozione circa la loro disabilità), poi ragazzi con i Bes (Bisogni educativi speciali: dislessici, disgrafici, oggi cresciuti a vista d’occhio anche per insistenza delle famiglie) e dunque probabili titolari di un Pdp, Piano didattico personalizzato, e infine, sempre più numerosi, ragazzi stranieri incapaci di spiccicare una parola d’italiano. Il risultato lo conosciamo.» (E.Galli della Loggia, Corriere della Sera, 12.01.2024)

Condivido in pieno. Spesso le esternazioni di Galli della Loggia sulla nostra scuola non mi entusiasmano affatto, perché le trovo troppo nostalgiche, preconcette e lontane da una conoscenza diretta della realtà attuale. Ma in questo caso la sua denuncia coglie nel segno. Anch’io, nel mio saggio autobiografico The dark side of the School, denuncio in termini molto simili la distanza tra apparenza (ufficiale, burocratica e propagandistica) e realtà effettuale della nostra istruzione. Drammatica distanza che fa il paio con quella, ancora più allarmante, direi ormai tragicamente scandalosa, della sanità pubblica. Si potrebbe dire che oggi un po’ tutto ciò che rimane del servizio pubblico sconta, in casa nostra, questa lacerante dicotomia fra apparire ed essere, intenzioni e realizzazioni, facciata e sostanza. Sarà sempre peggio, perché chi dovrebbe occuparsi del pubblico, cioè la politica, lo fa adoperandosi ormai unicamente, e spesso dichiaratamente, per la sua liquidazione a favore del privato. Salvo colmare poi la voragine di risorse materiali ed umane – che essa (politica) stessa ha scavato – con una montagna di retorica buonistica e solidaristica e/o cospargerla di un’aura (fritta) di innovazione aziendalistica e tecnocratica… Fuffa, schiuma verbale che nasconde a fatica, nel caso della scuola, la desolazione denunciata da Della Loggia. Per quanto in questa demolizione i vari governi si siano equivalsi ormai da parecchi decenni a questa parte, ritengo che la cosiddetta ‘sinistra’ abbia le responsabilità più gravi. In effetti mentre la destra, massacrando la scuola pubblica a favore di quella privata, non fa altro che realizzare con coerenza quello che promette, la sinistra (pur agendo sostanzialmente come la destra) è la parte che si adopera di più a nascondere, anziché a contrastare, lo scempio della nostra istruzione dentro la rosea nuvola di menzogna di cui sopra. Sarebbe certo una buona scuola quella dove i ragazzi con vari gradi di difficoltà o di deficit vengano selezionati e guidati, con percorsi mirati e insegnanti specializzati, verso un pieno ed autentico inserimento. In realtà non succede così: i ragazzi stranieri che non sanno ancora l’italiano vengono catapultati così come sono  in classi normali, anche di quarta o quinta superiore: “socializzando impareranno!” è il mantra, vale a dire: gettali in acqua e impareranno da soli a nuotare; e se poi dovessero affondare gli si lancerà una ciambella… Chi poi ha svantaggi oggettivi (e non sono tutti quelli che certificano di averli…) non viene aiutato a superarli con una didattica ad hoc, bensì soltanto facilitato – spudoratamente- esonerandolo da varie incombenze e spianandogli la strada comunque verso il pezzo di carta. Solo gli svantaggi più gravi ed evidenti si giovano del prof di sostegno, il quale però, per parte sua, è un semplice laureato in lettere o matematica che ha ricevuto in pochi mesi una impalpabile infarinatura di didattica “speciale”…   Classi, gruppi e (per)corsi differenziali sono stigmatizzati come il diavolo: guai a chi le nomina, discriminatore e razzista che non è altro! Eppure nella civilissima Germania essi esistono e come! Beninteso: nessun ragazzo deve essere ghettizzato, ma qualche ora o qualche periodo di separazione dalla classe di appartenenza per imparare meglio l’italiano o per seguire un insegnamento adatto ai suoi problemi non costituirebbe nessuno scandalo, anzi, potrebbe giovargli, in vista di un successivo inserimento, molto più che una prematura e forzata permanenza passiva (che talora diventa persino problematica e difficile, per lui e per gli altri) nel gruppo-classe. A occhi profani questa catechesi dell’inclusione può sembrare dettata da giustificati e nobilissimi motivi. In realtà, a guardar bene, essa è sostenuta da mere e bieche ragioni economiche: meno prof di sostegno e poco preparati, minori spese e minore impegno organizzativo per una didattica speciale e per corsi di lingua italiana… In compenso: anatemi e scomuniche gratuite verso quanti osino denunciare (per lo più qualche prof, più avveduto e coraggioso di altri) queste clamorose inefficienze mascherate da missione umanitaria.

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