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Archive for dicembre 2019

Risultato immagini per orazio pirra

Quis multa gracilis te puer in rosa
perfusus liquidis urget odoribus
grato, Pyrrha, sub antro?
cui flavam religas comam,

simplex munditiis? Heu quotiens fidem               5
mutatosque deos flebit et aspera
nigris aequora ventis
emirabitur insolens,

qui nunc te fruitur credulus aurea,
qui semper vacuam, semper amabilem               10
sperat, nescius aurae
fallacis. Miseri, quibus

intemptata nites. Me tabula sacer
votiva paries indicat uvida
suspendisse potenti
vestimenta maris deo.               15

Orazio, Odi, I  5

Chi è quel ragazzo dal fisico

esilino che sopra un tappeto

di rose, lui, tutto profumatino

di essenze raffinate, ti stringe

appassionato, o Pirra,

nella gradevole intimità

di un antro artificiale?

Per chi raccogli la tua bionda

chioma – glamour senza pari

della tua sobria eleganza? Spesso

lamenterà i tradimenti tuoi, la perfida

incostanza delle divinità, e sbalordito

osserverà la piatta calma del mare

guastarsi al soffio nero dei venti!

Lui che si fida adesso di te

e gode del tuo splendore e spera

sempre e solo suo il tuo amore

e ignora quanto il tuo vento

inganni!  Disgraziati quelli

che il tuo fascino da lontano

acceca! Io, per me – la tavoletta

ex voto al muro consacrato del tempio

lo canta a chiare lettere – ho dedicato

al dio potente del mare i miei vestiti

zuppi di naufrago miracolato.

[Traduzione mia.] Ho tentato l’impossibile, cioè una versione sostanzialmente fedele, ma formalmente originale e moderna di Orazio, convinto per altro che la grande poesia – di qualunque epoca – sia intraducibile. Mi sono preso così delle libertà: anzitutto quella di interpretare ed esplicitare, traducendo, un testo che, reso altrimenti in italiano con la preoccupazione filologica della sua riproduzione ad verbum, sarebbe risultato semplicemente illeggibile. Farò e pubblicherò talora su questo blog – mi perdonino Orazio, Catullo e altri autori classici con cui mi cimenterò – altri esperimenti di questo genere.

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Risultato immagini per Quinto fabio massimo    Risultato immagini per camus la peste

Siccome siamo fatti in proporzioni pressappoco pari di ´bene´ e di ´male´ (cioè di altruismo e di egoismo, apertura e chiusura, ragionevolezza ed istinto, testa e pancia, empatia ed apatia ecc.), ultimamente i politici nostrani hanno pensato bene di puntare al 51 per cento dei voti scommettendo chi sull’una chi sull’altra componente dell’essere umano. Il quadro mutevole dei consensi elettorali è dunque diventato lo specchio di questa eterna psico-machia che non vedrà mai, per altro, un definitivo vincitore, bensì sempre (e a seconda delle situazioni storiche e degli interessi di gruppo o di classe: Tucidide docet) una alterna, ondeggiante prevalenza dell’una parte sull’altra. Il guaio è che, speculando su questi impulsi elementari (specie sul male), la politica abdica ad un suo compito costitutivo fondamentale: che è quello di civilizzare gli uomini. Di governare cioè razionalmente questa lotta delle pulsioni mettendole al servizio dell’utile superiore della polis. Questo sottogenere di politica distrugge invece la compagine civile. Realizza di fatto il contrario di ciò per cui la politica sarebbe chiamata ad operare. Alimenta le tensioni. Proietta la psicomachia individuale sul grande schermo del tessuto sociale. Fomenta così la guerra interna, il polemos e la stasis, anziché costruire la pace. Lèggi, per capire tutto e meglio, l’Orestea di Eschilo, specialmente le Eumenidi, o anche le grandi elegie politiche di Solone. In questo dualismo esasperato, tuttavia, anche quei politici che puntano sul ‘bene’ lo fanno anzitutto per demonizzare l’avversario, dividere la società in buoni e cattivi e raggranellare così il consenso di quanti riconoscono ancora (nella propria interiore psico-machia) la supremazia del ‘bene’. Rinunciano cioè a capire (o fingono, per calcoli elettorali piuttosto miopi, di non capire) che per contrastare nel maggior numero di persone possibile il sopravanzare del deprecato ‘male’ bisogna prima riconoscere e contrastare efficacemente le cause concrete (economiche anzitutto) per le quali questo ‘male’ sta prendendo il sopravvento. Altrimenti si fa solo stucchevole retorica buonista portando fieno alla cascina del demonio… Sentivo proprio oggi in tv un noto scrittore di questa area politica affermare con pathos che i cattivi sono cattivi, senza giustificazione, e devono andare all’inferno. Anni fa lo stesso personaggio avrebbe forse detto, in termini più brutali e meno cattolici, che dovevano tornare nelle fogne. Ma quando i topi di camusiana memoria escono dal sottosuolo (ammesso che oggi stia succedendo davvero qualcosa del genere) bisogna bonificare a regola d’arte la rete fognaria, non certo bandire una crociata contro i roditori. Quando Milano appestata finisce nelle mani dei monatti bisogna prendere tutte le misure concretamente utili per rimuovere le cause della pestilenza, non dichiarare guerra ai monatti.

Veritatem laborare nimis saepe aiunt, extingui numquam. Gloriam qui spreverit, veram habebit (Tito Livio. XXII, 39) [= Dicono che troppo spesso la verità versi in condizioni difficili, ma che non muoia mai. Chi disprezzerà la gloria, otterrà la gloria autentica,]. Parole attribuite da Livio a Quinto Fabio Massimo il Temporeggiatore, incarnazione antica di un anti-populismo ante litteram. Parole che sottoscrivo senza riserve. Parole di bruciante attualità. Istruttive persino – se mai si degnassero di leggerle e meditarle – per tanti uomini pubblici dei nostri giorni. Pubblici in senso lato. Ci metto dentro anche intellettuali, letterati, giornalisti, artisti ecc. Gente che oggi cerca spesso visibilità e fama a buon mercato, blandendo con astuzia le mode del momento, impipandosene del rispetto della verità che pure presenterà prima o poi, a tutti loro, il suo conto.

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