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Archive for aprile 2017

Risultati immagini per primo levi

L’11 Aprile del 1987, trent’anni fa  – insegnavo in un ginnasio di provincia – poco prima della ricreazione raccoglievo delle schede preparate dai ragazzi per un recital scolastico sull’imminente 25 aprile: erano testi poetici e memorialistici sull’ultima guerra mondiale e per ciascuno di essi gli studenti avevano predisposto una breve nota biografica degli autori. Sfogliandoli mi cadde l’occhio su quella dedicata a Primo Levi, a presentazione della sua famosa poesia in esergo a Se questo è un uomo: una mia alunna aveva scritto pressappoco “l’autore era un chimico ebreo torinese che venne internato in un lager subito dopo la laurea”; feci notare alla mia allieva che Levi era uno scrittore ancora vivente e che pertanto quei verbi al passato andavano corretti. Non era in realtà così, purtroppo, da poche ore. Dopo la ricreazione infatti, finito il mio orario di lezione, mentre in auto scendevo di fronte al mare le curve della strada che mi riportava a casa (lo ricordo con grande lucidità) il notiziario radio annunciò che Primo Levi era morto, proprio quella mattina, suicida, gettandosi nella tromba delle scale di casa. Il ricordo della fine di questo immenso scrittore è legato per me a questa banale, quasi incredibile e beffarda coincidenza del destino.

Pochi anni prima, durante un paio di giorni di pioggia di mezza estate, avevo letto Se questo è un uomo. L’avevo letto con una partecipazione angosciata e febbrile. Più che di una normale lettura si trattò in quel caso per me di uno spossessamento, di una estasi dolorosa, di una discesa di tutto me stesso nell’inferno del Lager per identificazione empatica – totale – con l’autore-testimone. Vissi, non semplicemente lessi, l’esperienza raccontata in Se questo è un uomo. Così (mi) succede in genere con la grande letteratura. In particolare con quella che sa trasformare il muto enigma della sofferenza individuale in un dono perenne per l’umanità.

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