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Archive for marzo 2023

“ La massa combatte contro la ragione a difesa del proprio male […] La prova inconfutabile che una cosa è sbagliata sta nel fatto che essa è sostenuta dalla massa […] Nella massa il numero di quanti ti ammirano è sempre pari a quello di quanti ti detestano.” (sulla irrazionalità della massa; sulla sua rovinosa subcultura e la sua soggezione a vecchi e nuovi idoli e pregiudizi)

“Il piacere stia al seguito e non al comando di un retto e onesto intendimento […] La retta intelligenza stia davanti e il piacere l’accompagni come un’ombra accompagna il corpo: mettere la retta intelligenza al servizio del piacere è tipico di quelli che non arrivano a concepire nulla di grande e di buono. […]  Io sono padrone delle mie ricchezze, le tue invece lo sono di te…” (sul volgare edonismo della società dei consumi)

“Voi che disprezzate la retta intelligenza e odiate quanti la coltivano, non fate proprio niente di nuovo: sono gli occhi malati a temere il sole e sono gli animali notturni a fuggire la luce del giorno: appena spunta, quelli rimangono abbagliati e si precipitano verso i loro nascondigli e si nascondono spaventati nelle fessure del terreno. Voi ringhiate e muovete la vostra lingua solo per insultare le persone per bene, le azzannate a bocca aperta. Ma vi spezzerete i denti prima di scalfirle.” (sull’odio e il disprezzo populistico verso la razionalità e la cultura di presunte élites. Con particolare riferimento a certo becero e reazionario ‘giornalismo’ nostrano che alimenta e usa spudoratamente quel disprezzo, anziché contrastarlo)

“A qualcuno non darò aiuti in danaro, perché appena glieli avrò dati sarà subito e ancora bisognoso di averne…” (sull’uso e sulla elargizione corretti del danaro, privato e pubblico)

“Una bella casa vi rende orgogliosi, come se non potesse mai incendiarsi né crollare, e le ricchezze vi mandano in estasi, come se avessero lasciato dietro di sé ogni pericolo e fossero troppo potenti perché la sorte possa avere forza sufficiente per distruggerle. Spensierati ve la spassate tra i vostri beni e non scorgete il pericolo che li minaccia. Così fanno in genere certi barbari: assediati e ignari di che cosa siano le macchine da guerra, essi osservano inerti la fatica degli assedianti e non intuiscono minimamente quale scopo abbiano quelle strane costruzioni che essi osservano da lontano. Voi fate lo stesso: sguazzate tra i vostri beni e non immaginate quante sventure incombano e si apprestino a farne un ricco bottino.” (sul nostro continuare a danzare allegramente sul Titanic, chiusi dentro un presente che sta per passare, avvolti ed accecati dalla bolla illusoria di un benessere infinito. Fuori della similitudine senechiana, la ‘barbarie’, in senso culturale, è anche questo: rinunciare a guardare lontano, ignorare il senso della storia e rimanerne perciò travolti. Oggi più che mai l’avviso di Seneca ci riguarda, credo, mentre macchine da guerra si apparecchiano, spaventose, sul nostro vicino orizzonte)

[Seneca, De vita beata, passim – anni cinquanta del primo secolo dopo Cristo; traduzione mia]

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