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Archive for Maggio 2023

Il tutto è falso

Il falso è tutto

Un refrain. Brevissimo. Otto parole per definire il mondo che ci circonda, oggi. Meglio: la maschera, il fantasma, la fata morgana l’autorappresentazione mistificante, onnipervasiva del nostro mondo. I media, il marketing, la comunicazione digitale ecc ecc.

Quando si dice con-genialità: Gaber per me (insieme con Leopardi) non è un autore qualsiasi. Lui e Giacomo sono miei Genii: numi tutelari, spiriti protettori, garanti e interpreti inconsapevoli del mio proprio (e non so di quanti altri: pochi, credo – e temo) modo di sentire, di pensare e di giudicare. Un modo identico, spiccicato al loro. Genii con i quali mi è impossibile dis-cordare perché – ne ignoro il motivo, ma sento che è così – essi mi sono in tutto naturalmente con-cordi. Cuori e spiriti e destini miei padri e miei gemelli insieme: hanno soltanto detto prima di me e molto meglio di me quello che io, dopo di loro ma insieme a loro, ho pensato, penso e andrò fino alla fine pensando, pure se non riuscirò mai a dirlo con la stessa genialità. Miei pro-feti, dunque. E Genii forsanche nel senso antico di spiriti capaci di trasmigrare ed incarnarsi in altrui, in chissà quanti altri, nel tempo e nello spazio. Questo sono i grandi autori. Maestri inconsapevoli di allievi devoti. I grandi autori/maestri non consolano, né persuadono, né edificano. Rivelano. Tolgono il velo. Sono brutali come le verità che ci squadernano davanti. Brutalmente generosi e misericordiosi.

Stranamente quei due versicoli di Gaber non li conoscevo ancora. Mi hanno folgorato, per caso, quando ho acceso l’altra mattina l’autoradio. Mi erano – incredibile! – sfuggiti. Non si riesce a conoscere tutto, nemmeno degli autori a noi più cari, vicini e congeniali. Ma stai tranquillo che pure quello che ancora ignori di loro essi lo hanno intanto pensato e sentito in un modo concorde e congeniale col tuo. Automatico. Restava solo da scoprirlo.

Il tutto è falso

Il falso è tutto

Questo distico è una forma chiusa (un chiasmo, lo chiamiamo a scuola): lapidaria, conclusiva, inespugnabile. Oracolo. Rivelazione. Quello che il grande Anonimo del sublime definiva il fulmine che illumina a giorno un orizzonte immerso nel buio. Una sentenza che non ha bisogno di commenti né di motivazioni. Che non teme obiezioni. Parole che pretendono il rispetto del silenzio. E ci consegnano, nella fattispecie, a una quieta disperazione. Perché questa infinita falsità del tutto (forse non è per caso che mi viene di parafrasare Gaber proprio con Leopardi…) siamo noi, noi più che mai oggi, il nostro mondo alla vigilia, temo, della sua definitiva catastrofe. Della sua nichilistica autorivelazione. Della sua Apocalissi.

Il rimanente testo della canzone è un sobrio commento, una coroncina di asteroidi condensati a margine del buco nero:

Non a caso la nostra coscienza
ci sembra inadeguata
quest’assalto di tecnologia
ci ha sconvolto la vita.

[…]

Com’è bello occuparsi dei dolori
di tanta, tanta gente
dal momento che in fondo
non ce ne frega niente.

[…]

Cerco
di afferrare un po’ il presente
ma se tolgo ciò che è falso
non resta più niente.

[]

il falso è un’illusione che ci piace
il falso è quello che credono tutti
è il racconto mascherato dei fatti
il falso è misterioso
e assai più oscuro
se è mescolato
insieme a un po’ di vero
il falso è un trucco
un trucco stupendo
per non farci capire
questo nostro mondo.

Scritto e cantato vent’anni fa (Io non mi sento italiano, 2003). Ma quell’epoca era già la nostra. E l’amarezza di queste profezie sta nel fatto che non cambiano né cambieranno mai la realtà. Cassandra è l’alter ego mitico di Gaber e di Leopardi. Sappiamo come è andata a finire. L’arte e le sue verità e le sue profezie non servono a nulla. Si guadagnano tutt’al più un’ammirazione postuma di pochi dopo aver scontato nella contemporaneità il disprezzo e la sordità di moltissimi. D’altra parte la cultura (quella vera) non si mangia. Aveva ragione un nostro politicante anni fa: è con gli affari che si mangia. È con il marketing e con la speculazione e con la manipolazione delle menti e con la corruzione delle coscienze che si domina il mondo.  Si divora. Si ingrassa. Ci si espande.

Fino ad accorgersi troppo tardi che non c’è più altro da divorare e nessun oltre in cui espandersi.

[PS: post scritto a fine aprile 23 e pubblicato solo oggi per intercorsi impedimenti]

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