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Archive for Maggio 2021

Nel sito del premio Racconti nella rete è possibile leggere, almeno fino al 31 maggio prossimo, un mio racconto inedito in forma di monologo intitolato Luna:

http://www.raccontinellarete.it/?p=45589

Il protagonista narrante è un avvocato in pensione che recupera casualmente su Facebook, dopo moltissimi anni, il contatto con una sua carissima compagna di classe del ginnasio. Da quel momento si ripropone di riallacciare con lei i rapporti con il pretesto di un vecchio quaderno di trascrizioni pavesiane che lei, Luna, gli aveva regalato allora. Il finale non è edificante ma credo induca abbastanza a riflettere sulla condizione umana.

Invito ovviamente a leggerlo e, volendo, a commentarlo.

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Un Manifesto per la nuova Scuola | Itali@ Magazine

Di manifesti per la scuola pubblica ne sono usciti parecchi negli ultimi tempi, a cadenza quasi annuale. Tutti regolarmente sottoscritti da nomi di illustri cattedratici, intellettuali, giornalisti ecc.

Ma questo:

https://nostrascuola186054220.wordpress.com/2021/03/20/manifesto-per-la-nuova-scuola/

mi coinvolge più degli altri. Non solo perché condivido tutto al 100%. Non solo perché i problemi che solleva e le proposte che avanza sono le mie stesse da quando (ormai da un paio di decenni) scrivo regolarmente e inutilmente sulla scuola italiana. Ma anche e soprattutto perché, al cuore di questo manifesto, c’è un problema – enorme – che sfugge all’opinione pubblica ma che affligge segretamente la nostra scuola, specialmente quella liceale: l’antiscuola. Un monstrum horrendum et ingens. Un tumore inoculato nell’organismo scolastico proprio da chi, a vari livelli dirigenziali, dice di averne a cuore la salute e il buon funzionamento. O se si vuole una grave patologia autoimmune che si è lasciata degenerare in misura preoccupante, anche perché scambiata pericolosamente da molti (compresi certi insegnanti) per un una medicina. Che cosa sia l’antiscuola è presto detto: trattasi dell’insieme di tutte quelle numerosissime iniziative o attività collaterali proliferate ultimamente nella scuola autonoma fino a paralizzarne il funzionamento fisiologico. Fino cioè a impedire ai prof di insegnare e ai ragazzi di apprendere. Mi spiego concretamente. In un anno scolastico ci sono circa 200 giorni di lezione. Si va (si dovrebbe andare) a scuola per partecipare alle lezioni. Invece no. Non proprio e non sempre. Perché di questi 200 giorni almeno una dozzina se ne va per gite e uscite varie. Altri sette per la settimana bianca. Altri sette per le assemblee studentesche di istituto. Altri 10 o 15 (in alcune classi) per la cosiddetta alternanza scuola lavoro. Un’altra settimana per l’accoglienza delle classi iniziali. Un’altra decina almeno per presenziare a vari incontri promozionali (con le università, con i carabinieri, con l’esercito, col vescovo ecc.) o informativi (di carattere sanitario, civico ecc.). Altri tre o quattro giorni se ne vanno per le attività alternative à la page della cosiddetta ‘settimana culturale’ autogestita da alcuni studenti, durante la quale si tengono lezioni sul ricamo al tombolo o sugli ufo… Senza contare le numerosissime e intermittenti assenze di singoli alunni per attività ‘esterne’ autorizzate (gare sportive, olimpiadi della matematica o della filosofia, certificazioni esterne di lingua o di informatica, eventi promozionali ecc.). Un semplice conto della serva arriva già a una settantina almeno di giorni rubati alla lezione ordinaria e/o persi da classi intere o da gruppi o da singoli ragazzi. Più di un terzo dei giorni annuali complessivi di lezione. Ma è solo un computo per difetto. Perché non tiene conto dei pretenziosi ma spesso strampalati progetti che intralciano regolarmente lo svolgimento della lezione ordinaria. E poi perché di attività le più varie (conferenze, dibattiti, celebrazioni, feste, spettacoli, happening, e chi più ne immagina più ne metta) ne spuntano fuori ogni settimana – spesso improvvisate e imposte dallo staff dirigenziale – come gramigna sulla superficie di un prato. Ora tutti capiscono facilmente che se un programma didattico organico viene continuamente bombardato, sforacchiato e frantumato da queste interruzioni incongrue ed estranee non può, alla fine, semplicemente, avere la minima efficacia. Diventa un programma-gruviera. Un miserevole frullato misto delle frattaglie e degli scarti della lezione ordinaria. Quel poco che si riesce a insegnare, per altro, passa in secondo piano rispetto ai fuochi d’artificio di queste gratificanti iniziative che interrompono quotidianamente l’insegnamento. Quello che dovrebbe essere centrale (la trattazione organica, sistematica e pianificata delle materie fondamentali) diventa marginale, mentre tutto quello che dovrebbe essere marginale, di contorno o di completamento, invade il centro della scena. Il perché di questo patologico rovesciamento è facile da spiegare, purtroppo. Senza questo pullulare di attività dell’antiscuola verrebbero meno – dicono i dirigenti e i loro collaboratori – la presenza nel territorio e la visibilità esterna di un istituto scolastico. Dunque il tumore dell’antiscuola è soprattutto figlio, anch’esso, della inevitabile deriva pubblicitaria della scuola ‘autonoma’ e della sua crescente dipendenza dall’esterno. Il male si estirperebbe se la scuola venisse esentata dalla necessità di autopromuoversi, di ostentare continuamente le sue vere o presunte attrattive. La scuola di oggi purtroppo ha un bisogno vitale di mostrarsi agghindata e seducente, di vivere e di lavorare costantemente esposta sulla strada… So di aver alluso a un paragone forte, ma questa purtroppo è la realtà attuale della scuola autonoma italiana. Questa la radice vera dell’antiscuola.

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Amazon.it: Nota di addebito - Mazzocchini, Paolo - Libri

È appena uscito nel magazine letterario online Gli scrittori della porta accanto una mia intervista relativa alla mia ultima raccolta di monologhi Nota di addebito (Ensemble editore, 2018). Invito i lettori a leggerla:

https://www.gliscrittoridellaportaaccanto.com/2021/04/scrittori-intervista-paolo-mazzocchini.html

Non solo vi illustro alcuni aspetti salienti del mio libro e i principali motivi che mi hanno spinto a scriverlo, ma spiego anche perché da un po’ di tempo ho cominciato a coltivare con passione la scrittura creativa, e quale valore e persino quale utilità essa abbia o possa avere per chi la pratica così come per chi ne fruisce.

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