La veranda che prospetta il tuo domani
chiude una invetriata a pochi passi
dal tuo desiderare. Nulla tu
vedi di là da quella. Dal passato
soffiano invece sul suo specchio falso
raffiche infinite di esistenze
a caso precipitate l’una
nell’altra aggranellandosi
nel disegno della
tua piccolezza
finalmente.
Così un flagello di neve
da troposfere polari
sferza i suoi mille fiocchi
succhiati al ventre dei mari,
poi per ansiose spirali
li costringe dentro un vicolo
cieco della città vecchia –
tra un camino che fuma
e il volo frettoloso di un uccello.
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