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Archive for aprile 2011

Finito di leggere 1984 (Mondadori, Milano 1989) con il senso di liberazione che tiene dietro ad un incubo.
Per fortuna questa angosciante utopia negativa immaginata da Orwell sessanta anni fa, come tutte le utopie, ha scarsissime possibilità – credo e spero- di realizzarsi in toto.
Ma certo contiene in sé – mescolando insieme e proiettando in un futuro fantapolitico tutti i peggiori ingredienti dei totalitarismi storici – una impressionante gamma di profetiche verità.
La prima verità: la cancellazione e la riscrittura continua del passato sono condizioni imprescindibili per l’esercizio di un potere assoluto (personificato nel fantomatico Grande Fratello). Cancellazione della storia nei documenti, nei libri, nella memoria stessa degli individui. E sua incessante e incontrollabile e arbitraria riscrittura a vantaggio di chi comanda. Intuizione formidabile e spaventosa: se si tagliano le radici della memoria storica, inducendo nel cervello della massa una sorta di Alzheimer collettivo, si può dominare il mondo facendo credere ciò che si vuole.
La seconda verità: l’impoverimento del linguaggio, la sua ristrutturazione semplificata in una sorta di neolingua è uno strumento fondamentale per l’esercizio di quel potere. «Si riteneva che, una volta che la neolingua fosse stata adottata in tutto e per tutto e l’archeolingua dimenticata, ogni pensiero eretico(vale a dire ogni pensiero che si discostasse dai principi del Socing [ il partito unico dominante ])sarebbe stato letteralmente impossibile, almeno per quelle forme speculative che dipendono dalle parole » [p. 307-08]. Qui Orwell dice sostanzialmente che la parola può diventare, in mano ad un potere totalitario e pervasivo, non lo strumento del pensiero libero (come il lògos civilizzante degli antichi greci) ma lo strumento di soggiogamento e di cancellazione di quel pensiero; vale a dire (con Zagrebelski citato in precedenza) che ‘la neolingua pensa al posto nostro’.
La terza verità, la più sconvolgente (e conseguente alle due precedenti): il dominio autentico è quello che si esercita sulla psiche dell’individuo, non sul suo corpo. Il potere totalitario immaginato da Orwell dispone di una psicopolizia che punisce spietatamente gli psicocrimini e rieduca gli psicocriminali prima di eliminarli fisicamente. E lo psicocrimine è essenzialmente l’autonomia e la libertà del giudizio critico, un delitto – per il potere – molto più destabilizzante di un qualsiasi reato comune.
Inutile negare che il recente tragicomico esperimento nostrano di autoritarismo videocratico presenta con questa profezia orwelliana (si parva licet…) alcune vaghe ma inquietanti analogie: dal revisionismo storico sfrontato e selvaggio su base ideologica, al pullulare di un linguaggio sclerotizzato in slogan martellanti, al sistematico tentativo di demolizione delle possibili fonti del pensiero critico (l’istruzione e la cultura).
Siamo molto lontani, beninteso, dalla satanica società del Grande Fratello.
Ma si sta provando a procedere in quella direzione (temo, in proposito, la nascita prossima ventura di un Ministero dell' Amore).
E questo non è un bel segnale.

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CI PIACE CREDERE

 

Ci piace credere
sia la stessa la folla
che gremisce ogni domenica
la piazza, o l’erba
che colma uniforme
ad ogni aprile 
le buche
dilavate del giardino, o la maschera
che a ogni risveglio ci saluta
nello specchio. Ci conforta
la stabilità del sipario
celeste che sempre pare
resistere dietro il liquido
mutare delle nuvole e sopra
le rotte abissali delle stelle.
Ci piace, e non vorremmo
mai pensare che la polvere
di campi fabbriche quartieri
sputata oggi dal vento
sui nostri davanzali
non è già più
la stessa di ieri.

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Allora né il padre sarà simile ai figli né i figli al padre;

né l'ospite caro sarà come prima all'ospite,
né l'amico all'amico e nemmeno il fratello;
ma ingiuria faranno ai genitori appena invecchiati;
a loro diranno improperi rivolgendo parole malvagie,
gli sciagurati, senza temere gli dèi; né
ai genitori invecchiati di che nutrirsi daranno;
il diritto starà nella forza e l'uno all'altro saccheggerà la città.
Né il giuramento sarà rispettato, né lo sarà chi è giusto
o dabbene; piuttosto l'autore di mali e l'uomo violento
rispetteranno; la giustizia sarà nella forza e coscienza
non vi sarà; il cattivo porterà offese all'uomo buono
dicendo parole d'inganno e sarà spergiuro;
l'invidia agli uomini tutti, miseri,
amara di lingua, felice del male, s'accompagnerà col volto impudente.
Sarà allora che verso l'Olimpo, dalla terra con le sue ampie strade,
da candidi veli coperte le belle persone
degli immortali alla schiera andranno, lasciando i mortali,
Vergogna e Sdegno: i dolori che fanno piangere resteranno 
agli uomini e difesa non ci sarà contro il male.
(Esiodo, Le opere e i giorni, vv. 182ss.)
 

Dice pessimisticamente il vecchio, vecchissimo Esiodo (il più antico moralista della letteratura occidentale – VIII sec. a.C.) che alla fine dell’Età del Ferro, cioè nello stadio eticamente più degradato e degenere della stirpe umana, il male trionferà sulla terra.
Trionferà  non tanto quando la piena dei vizi avrà travolto ogni argine eretto dalla pietas, dalla morale e dalla legge, e avrà così distrutto la compagine civile.
Trionferà soprattutto e definitivamente quando Vergogna e Sdegno avranno lasciato la terra.
Vale a dire – mi sembra-, fuori del linguaggio del mito, quando nessuno avrà più la forza o la capacità di vergognarsi o di indignarsi di quello che di vergognoso e di indegno starà succedendo attorno a lui.
L’età del ferro trionferà quando il male avrà vinto non fuori, ma dentro di noi.
Rendendoci incapaci di riconoscerlo come tale.
 

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Non può essere un professionista esemplare quell’ingegnere, medico o avvocato che abbia scelto il proprio mestiere al solo e unico scopo di far quattrini.
Perché, anche ammesso che egli sia preparato e tecnicamente affidabile, il solo fatto che egli persegua uno scopo (il lucro) che si pone al di là e al di fuori  della propria deontologia professionale ci rende quantomeno dubbiosi sul fatto che egli possa sempre e comunque conciliarla con quel fine ‘ulteriore’ ed eterogeneo.
Allo stesso modo non può essere uno studente esemplare quello che abbia scelto di studiare al solo scopo di prendere bei voti.
Perché, anche ammesso che egli studi e si prepari con puntiglio, il suo scopo non sarà il sapere in sé, cioè la propria formazione umana e culturale, ma solo quel risultato numerico che deve permettergli di primeggiare e di mostrarsi superiore agli altri.
Cosa che rende quantomeno dubbiosi sul fatto che egli, per raggiungere quello scopo ‘ulteriore’ ed eterogeneo,  non sia disposto a ricorrere a tutti i mezzi possibili. 
Compresi quelli furbeschi, prevaricatori ed illeciti.
Con buona pace della sua maturazione umana che non può prescindere dalla costruzione di una solida coscienza morale.
Ecco perché lo studente che studia solo per il voto non mi piace affatto.
Perché non cammina in direzione della propria crescita.
E non ha, pertanto, ancora capito che il successo e il primato sono feticci pericolosi.
Adorandoli si rischia infatti sia di smarrire il senso più autentico e prezioso della convivenza umana sia di esporsi inevitabilmente, prima o poi, a devastanti cadute di autostima.
Dentro precipizi da cui sarà difficile risollevarsi.
Contro questi rischi, non a caso,  metteva in guardia già la sapienza degli antichi greci.

Essi sapevano bene (coinvolti come erano in una società fortemente agonistica e competitiva) che a una vittoria può sempre, e inaspettatamente, seguire una sconfitta.
Che c’è e ci sarà sempre – in un altrove del tempo o dello spazio – qualcuno più bravo di noi.
E che, in definitiva, la vera vittoria è solo quella di coloro che riconoscono i propri limiti, non di coloro che si illudono di non averli.
 

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CREDO QUIA ABSURDUM

Stupidità è perseguire fini ragionevoli con mezzi assurdi.
Follia è perseguire fini assurdi con mezzi adeguati.
L'assurdità concomitante di mezzi e di fini conduce al limite del delirio e dell'incubo.
Con sconfinamenti inevitabili nel comico.

[dispiace dire che la scuola italiana ultimamente si aggira spesso in questi territori di confine….]

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